Introduzione
Sono diverse le specie che, per un motivo o un altro, possono arrecare disturbo o danni alle attività umane: il tipo di problema da esse arrecate può essere di diverso tipo, si va dalle specie che arrecano danni economici “consumando” risorse (uccelli dannosi all’agricoltura, uccelli ittiofagi) alle specie che portano problemi di tipo sanitario, fino alle specie che provocano bird-strikes negli aeroporti e quelle che invece danneggiano strutture e attrezzature con le loro deiezioni o con i nidi. Il capitolo seguente fornirà una breve carrellata sulle principali specie ornitiche “problematiche” che possono essere controllate, con ottimi risultati, usando le tecniche di falconeria e la metodologia integrata.
Piccione
Nome scientifico | Columba livia |
Classificazione | Aves, Columbiformes |
Peso | 240-300 grammi |
Lunghezza | 33 cm |
Habitat naturale | Coste e pareti rocciose (Piccione selvatico), la forma urbana vive nelle città e in ambienti antropizzati |
Ambienti problematici | Città, zone antropizzate, aeroporti |
Problemi provocati | Danni all’agricoltura, birdstrikes negli aeroporti.
Nelle città: Danni ambientali: Il problema maggiore è quello della contaminazione fecale in strade piazze edifici; tali danni si hanno soprattutto su marmi, ma anche su altri materiali da costruzione e sono dovuti ad una combinazione di azione meccanica, chimica e microbiologica. |
Uso di rapaci addestrati | Per gli ambienti aperti (colture agricole, aeroporti) il Pellegrino è indubbiamente la specie di rapace più idonea (e predatore naturale del Piccione), ma anche gli altri Falconi (Lanario, Sacri, Ibridi) sono adatti, soprattutto se gli ambienti non sono molto aperti. In ambienti chiusi, capannoni, zone urbane la Poiana di Harris invece risulta la specie più adatta. |
Tecniche integrate | Eliminazione e blocco dei posatoi tipici, sensibilizzazione dei cittadini, formazione di personale specializzato, chiusura ed eliminazione dei nidi, reintroduzione di rapaci in città e piccionaie controllate. |
Storno
Nome scientifico | Sturnus vulgaris |
Classificazione | Aves, Passeriformes, Sturnidae |
Peso | 75-90 g |
Lunghezza | 21 cm |
Habitat naturale | Soprattutto in prossimità dell’uomo, zone agricole, città, parchi, giardini, campi coltivati, frutteti etc |
Ambienti problematici | Colture agricole, aeroporti e città |
Problemi provocati | Rumore, guano, bird-strikes, danni alle colture |
Uso di rapaci addestrati | Il Falco pellegrino è sicuramente il principale deterrente, estremamente efficace anche su territori molto ampi valido soprattutto per il bird-control in ambienti aperti (agricoli, aeroporti). In città è consigliabile l’uso del Lanario o Sacro. |
Tecniche integrate principali | Reti di protezione sulle colture, dissuasori bioacustici a microprocessore (per i dormitori il dissuasore si deve attivare solo nelle ore notturne a intervalli irregolari e con durata e tipologia delle emissioni randomizzata per evitare l’assuefazione). |
Corvidi
Nome scientifico | Corvo comune (Corvus frugileus), Gazza (Pica pica), Taccola (Corvusmonedula), Ghiandaia (Garrulus glandarius), Cornacchia grigia (Corvuscorone), Corvo imperiale (Corvus corax) |
Classificazione | Aves, Passeriformes, Corvidae |
Peso | Da 140-190 grammi (Gazza, Ghiandaia) a 800-1500 grammi (Corvo imperiale) |
Lunghezza | Da 34 a 64 cm in base alla specie |
Habitat naturale | Parchi e giardini, città, ambienti agricoli e antropizzati, colture, frutteti, boschi, montagne e coste rocciose, in base alla specie |
Ambienti problematici | Quasi tutti |
Problemi provocati | Predazione di uova e pulcini di specie protette, bird-strikes negli aeroporti, guano e sporcizia nei luoghi di roosting o nei posatoi più frequentati |
Uso di rapaci addestrati | Per Gazza e Ghiandaia lo Sparviere (Accipiter nisus) è molto efficace, solo se si riesce ad ottenere dalle Province il permesso di caccia ai Corvidi tutto l’anno. Per il solo allontanamento: Falco pellegrino nelle zone molto aperte, Harris nelle zone boscose e ricche di vegetazione o in zone chiuse; Lanario, Sacro o Ibridi in città o in ambienti non molto aperti |
Tecniche integrate principali | Dissuasori acustici e visivi, piani di controllo con cattura o con uccisione. |
Gabbiani
Nome scientifico | Gabbiano comune (Larus ridibundus), Gabbiano reale (Larus argentatuse affini) |
Classificazione | Aves, Charadriformes |
Peso | 225-235 g (Gabbiano comune) e 750-1250 g (Gabbiano reale) |
Lunghezza | Da 36 a 60 cm |
Habitat naturale | Zone umide interne e costiere, coste marine, città, discariche |
Ambienti problematici | Città, discariche, aeroporti |
Problemi provocati | Sporcizia e guano possono deteriorare le strutture, birdstrikes negli aeroporti |
Uso di rapaci addestrati | In ambienti aperti come le discariche e gli aeroporti senza dubbio i Falchi svolgono un ruolo fondamentale nella dissuasione dei gabbiani: poiché il gabbiano reale è un uccello di grossa mole, molto forte è aggressivo, è bene usare solo falconi di grossa mole come le grosse femmine di Falco pellegrino di sottospecie nordiche (per es. ssp calidus), le grosse femmine di Falco sacro o, meglio ancora, le grosse femmine di falchi ibridi col Girfalco (Gyr/Sacro e Gyr/Pellegrino, in primis). Per il controllo del Gabbiano comune in ambienti aperti o semi aperti vanno invece bene tutte le specie del genere Falco più utilizzate per la falconeria. In ambienti chiusi o problematici la Poiana di Harris, invece, è la scelta migliore. |
Tecniche integrate principali | Tecniche di isolamento, eliminazione o blocco dei posatoi, reti, dissuasori visivi ed acustici |
Cormorani
Nome scientifico | Genere Phalacrocorax |
Classificazione | Aves, Pelacaniformes |
Peso | Da 550 a 2500 grammi |
Lunghezza | Da 48 a 90 cm |
Habitat naturale | Zone umide interne e costiere, coste rocciose marine |
Ambienti problematici | Allevamenti ittici e acquicoltura |
Problemi provocati principali | Prelievo di pesce dalle vasche di coltura, birdstrikes |
Uso di rapaci addestrati | La Poiana di Harris è sicuramente la specie più adatta per allontanare questi uccelli. |
Tecniche integrate | Progettazione apposita dei sistemi di allevamento per evitare la predazione da Cormorani, reti di protezione, dissuasori meccanici, acustici e visivi. |
Ardeidi
Nome scientifico | Airone cenerino (Ardea cinerea), Airone bianco maggiore (Egretta alba), Garzetta (Egretta garzetta), Airone guardabuoi (Bubulucus ibis) |
Classificazione | Aves, Ciconiiformes |
Peso | Da 300-550 g (Garzetta, Guardabuoi) a 1500-2000 g (Airone cenerino e bianco maggiore). |
Lunghezza | Da 51-56 cm a 90 cm |
Habitat naturale | Zone umide interne e costiere, campi coltivati vicini a zone umide |
Ambienti problematici | Aeroporti, allevamenti ittici e acquicoltura |
Problemi provocati principali | Prelievo di pesce e molluschi, birdstrikes |
Uso di rapaci addestrati | Possono essere solo rapaci di grossa dimensione, la Poiana di Harris e, a limite, la Poiana codarossa sono le specie consigliate per allontanare gli Ardeidi. |
Tecniche integrate | Progettazione apposita dei sistemi di allevamento per evitare la predazione da Cormorani, reti di protezione, dissuasori meccanici, acustici e visivi. |
Limicoli, Anatidi etc. (Aeroporti)
Nome scientifico | Famiglia Anatidae, Charadriidae, Scolopacidae |
Classificazione | Aves, Anseriformes e Charadriformes |
Peso | Da 200 a 1500 grammi in base alla specie |
Lunghezza | Da 20 a 65 cm in base alla specie |
Habitat naturale | Zone umide interne e costiere |
Ambienti problematici | Aeroporti |
Problemi provocati | Birdstrikes |
Uso di rapaci addestrati | I Falconi d’alto volo solo le specie migliori per allontanare gli Anatidi ed i Limicoli negli Aeroporti, poiché essi sono in grado di coprire ampi spazi in breve tempo. In alcuni casi però anche l’intervento con gli Harris è di grande aiuto |
Tecniche integrate principali | Modificazione degli habitat per renderli inospitali, dissuasori visivi ed acustici, reti di protezione. |
Lagomorfi
Nome scientifico | Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) e Lepre europea (Lepus europaeus) |
Classificazione | |
Peso | Da 1-2 kg per il Coniglio a 2,5-6,5 kg per la Lepre |
Lunghezza | Da 34 a 70 cm |
Habitat naturale | Zone coltivate, boschi di latifoglie e misti, brughiere, dune, zone erbose naturali o coltivate di pianura e collina associate ad arbusti, siepi e boschetti. |
Ambienti problematici | Aeroporti, coltivazioni |
Problemi provocati | Danni alle colture, incidenti con aerei in pista negli aeroporti |
Uso di rapaci addestrati | L’utilizzo di rapaci da falconeria per l’allontanamento dei Lagomorfi è una tecnica piuttosto sperimentale. Sono stati fatti alcuni tentativi nel Regno Unito con risultati molto interessanti. Nelle zone problematiche sarebbe molto conveniente che le Province dessero ai falconieri il permesso di addestrare i rapaci tutto l’anno. Le specie da utilizzare sono: Astòre, Harris e Poiana Codarossa (in ordine di efficienza). |
Tecniche integrate | Recinzioni di protezione |
Microroditori
Nome scientifico | Ratti (genere Rattus), Topi (genere Mus, Apodemus, Microtus e simili) |
Classificazione | Mammalia, Rodentia |
Peso | Da 20 a 300 grammi in base alla specie |
Lunghezza | Da 4 a 20 cm coda inclusa |
Habitat naturale | Variabile in funzione della specie ma soprattutto prati, campi e coltivi, zone antropizzate e città. |
Ambienti problematici | Zone urbane e antropizzate, zone agricole, capannoni e depositi |
Problemi provocati | Trasporto di patogeni e zoonosi per l’uomo, distruzione e danno alle derrate alimentari, danni all’agricoltura e agli allevamenti |
Uso di rapaci addestrati | Per il controllo biologico di queste specie difficilmente si utilizzano rapaci addestrati per la falconeria. I progetti di controllo dei microroditori mirano invece soprattutto a ripristinare le popolazioni di rapaci e ricreare un equilibrio ecologico negli ambienti antropizzati perso da tempo; si può procedere con tecniche di ingegneria naturalistica, ripristino degli habitat, installazione di apposite cassette nido ed eventualmente con tecniche di reintroduzione. |
Tecniche integrate principali | Rodenticidi |
Approfondimento: il controllo biologico del piccione urbano attraverso i rapaci selvatici
By Paolo Taranto (raptorbiol@gmail.com)
Nella stragrande maggioranza dei casi una specie diventa dannosa/problematica/nociva perché si creano degli squilibri ecologici (o meglio, si rompono degli equilibri ecologici), generalmente causati dalle attività umane. È il caso per esempio del piccione urbano (Columba livia) o degli storni (Sturnus vulgaris) in ambiente urbano. La città offre a queste specie un ambiente ideale: temperatura media più elevata rispetto all’ambiente circostante, molte nicchie di nidificazione, cibo abbondante ed assenza di predatori. Proprio l’assenza dei predatori è uno dei fattori primari di squilibrio ecologico: gli ambienti urbani sono stati per lunghissimo tempo inospitali per specie come i rapaci diurni e notturni che solo negli ultimi anni stanno riprendendo lentamente ad espandersi in città e la popolazione di piccioni non ha avuto il controllo naturale che avrebbe in un ambiente più naturale ed equilibrato. Inoltre l’abbondanza di cibo e di nicchie per la nidificazione (due fattori che ecologicamente parlando sono i principali limitanti dell’espansione di una popolazione) ne facilita l’esplosione demografica, con tutte le conseguenze negative che ne derivano. Un intervento di grande importanza dunque, nel controllo delle popolazioni di piccione urbano, consiste nel riequilibrare i rapporti ecologici dell’ambiente cittadino, operando in modo da permettere ai rapaci di ricolonizzare tale ambiente. Anche in questo caso si deve operare in maniera integrata: una sola specie di rapace non è sufficiente ad operare un controllo valido della popolazione di piccione ma la presenza di diverse specie di predatori che, chi in un modo chi in un altro, predano questa specie risulta di gran lunga più efficiente: tra i predatori urbani sicuramente il Falco pellegrino (Falco peregrinus) è uno dei principali predatori attivi del piccione cacciando soprattutto adulti in volo; ad esso si aggiunge il Gheppio comune (Falco tinnunculus) che preda principalmente pulli e raramente adulti; l’Allocco (Strix aluco) invece in ambiente urbano può predare sia pulli che adulti durante la notte; altre specie in grado di controllare la popolazione di piccione infine sono la Taccola (Corvus monedula) e la Cornacchia grigia (Corvus corone), che consumano soprattutto uova e pulli. La presenza contemporanea di questi predatori del piccione ne può controllare la popolazione in maniera biologica riportando anche un equilibrio ecologico che in genere è stato perso negli ambienti urbani.
È però da notare che, come dimostrato da molti studi scientifici, la sola presenza di una coppia di Falco pellegrino nidificanti in città nonostante possa uccidere oltre 400 piccioni in un anno non è sufficiente a ridurre la popolazione locale di piccione urbano, perché il range di caccia (Hunting range) del Pellegrino è molto vasto e quindi questo numero di piccioni uccisi è diluito in un’area di almeno 80 km2 quindi su una popolazione di piccione molto vasta; il Pellegrino inoltre non caccia quasi mai nelle vicinanze nel nido, per cui è facile osservare più o meno lo stesso numero di piccioni in un’area anche dopo l’insediamento di una coppia nidificante di falchi. L’attività predatoria integrata di più specie di predatori (Pellegrino, Gheppio, Allocco, Corvidi) invece ha un maggiore impatto sulla popolazione di piccione locale. La presenza di un predatore naturale di Piccioni come il Pellegrino è però di grande utilità: questo falco infatti “sceglie” solo degli individui sub-standard durante la sua caccia, uccidendo con più facilità piccioni malati, deboli, feriti; in questo modo il Pellegrino opera una selezione naturale ed una selezione “sanitaria” mantenendo la popolazione di piccione in buono stato di salute ed evitando dunque il diffondersi di patologie tipicamente trasportate da questa specie anche all’uomo (Clamidiosi, Salmonellosi, Campilobacteriosi, Yersiniosi e Micosi).
Attualmente le popolazioni di Falco pellegrino, Gheppio ed Allocco sono in forte espansione e questi rapaci stanno colonizzando spontaneamente le città anche se spesso hanno difficoltà a trovare siti di nidificazione adatti; un progetto di controllo biologico del piccione attraverso il restauro delle popolazioni di predatori dunque deve prevedere l’installazione di nidi artificiali in sufficiente numero e secondo i canoni necessari per attrarre i rapaci e permetterne l’insediamento in ambiente urbano; nei casi estremi si può direttamente procedere al rilascio tramite hacking di rapaci nati in cattività (progetto di reintroduzione). Un progetto di installazione di nidi artificiali ha dei costi veramente irrisori ma garantisce eccellenti risultati.
L’attuazione di progetti finalizzati a stimolare un insediamento naturale di rapaci o finalizzati alla reintroduzione dei rapaci stessi da parte di una Amministrazione (Comune, Provincia, Regione) dunque può portare a numerosissimi vantaggi con una spesa spesso molto esigua. I vantaggi sono i seguenti:
1) Controllo igienico della popolazione del piccione
2) Controllo numerico della popolazione di piccione
3) Ripristino degli equilibri ecologici in ambiente urbano
4) Attuazione di un “controllo biologico” non invasivo né cruento, con grande ritorno di immagine per l’Amministrazione
5) I rapaci sono specie bandiera che dunque permettono un forte impatto sul pubblico con relativo immenso ritorno di immagine
6) Un progetto di ripristino delle popolazioni di rapaci in città consente anche la protezione e conservazione di queste specie
7) Sui nidi artificiali possono essere installate delle webcam che trasmettono le immagini in diretta su Internet, coinvolgendo e sensibilizzando così migliaia di persone. Alcuni esempi di progetti simili sono visibili sul sitowww.birdcam.it
Testi e foto © by Hyerax (hyerax@gmail.com) e www.falconeria.info